Andrea Negromonti Tini - Anno 2012
Fiaccola della pace 2012: report con me stesso, il giorno dopo.
Un altro anno si conclude con questa straordinaria esperienza. Questa mattina, domenica 10 giugno 2012, mi trovo a scrivere queste poche righe per lasciare nella mia memoria e quella di tutti i curiosi le sensazioni e gli stati d'animo avuti durante questi brevissimi 4 giorni di pellegrinaggio da Roma a Macerata. Brevissimi, esattamente! Breve è tutto ciò che ci sembra durare poco o ciò che ci sembra volare nel tempo. La brevità di questa esperienza è stata data dalla passione, la voglia, la determinazione, la curiosità di tutte le persone che hanno partecipato alla staffetta che ha portato la fiaccola benedetta dal Papa a Macerata. Quando si stà bene insieme il tempo vola, purtroppo. Si, perchè ogni anno questo nostro gruppo è sempre più affiatato, ci si conosce sempre meglio, e nonostante la divergenza delle varie età di tutte le persone che lo costituiscono è sempre una sorpresa vedere l'integrazione che si viene a creare tra tutti noi.
Ed è sempre bello vedere come ogni anno, nuovi elementi vengono a costituire ed incrementare il gruppo e si ambientino fin da subito.
L'attesa in piazza S.Pietro, l'uscita da Roma, l'arrivo nelle città come Terni, Perugia e San Severino, l'ospitalita della cittadinanza, le partenze all'alba per riprendere la staffetta, le necessarie abbuffate nei pranzi e nelle cene per riprendere le energie, quei pochi momenti di relax che ti fanno apprezzare ancora di più l'esperienza che stai attraversando, la frenesia di rispettare il programma, l'arrivo a Macerata, l'ingresso nello stadio con la fiaccola .. sarebbe da scrivere un capitolo di un libro per ognuno di questi punti ma il sottoscritto non è pratico nel raccontare ed esternare emozioni al punto da dilungarsi cosi tanto!!!
Di sensazioni se ne vivono tante e mai cosi concentrare in cosi pochi giorni. L'ansia da attesa della benedizione della fiaccola da parte del Papa è un momento veramente sentito e partecipato da tutti noi. Quest'ansia poi diventa gioia mentre ci avviamo per ritornare ai nostri mezzi parcheggiati. Alla gioia segue la grinta e la voglia di iniziare il cammino per portare la fiaccola a Macerata.
Ognuno ci mette del suo, c'è chi corre, c'è chi smorza i toni di una situazione particolare, c'è chi si occupa semplicemente di dare una pacca sulla spalla al compagno di gruppo. Ma questo a noi non interessa, siamo un bel gruppo e tutto ciò serve ed è utile a portare a termine il nostro cammino.Faccio riferimento ad un discorso fatto da Primo Raschioni durante la cena tenutasi a Terni con DonPaolo in quella bellissima stanza situata sopra Terni da cui si riusciva a vedere da tutti i lati la vallata: un posto incantevole ….
Il discorso e l'intenzione di Primo è stata quella di dire che lui vorrebbe una fiaccola della pace “mondiale”, partecipata da tutti, a cui tutti si possano aggregare per dare il loro contributo lungo la strada. Diciamo una specie di percorso storico come quello del pellegrinaggio Macerata-Loreto. In fondo quando iniziò era composto solamente da una decina di ragazzi ed ora invece ci ritroviamo con 80mila persone tutte unite da un'unico simbolo. Un INTENZIONE che condivido pienamente e che credo vada rivolta a tutti, credenti e non. La fiaccola è simbolo di pace, portatrice di un ideale. Chi è che non ha ideali? Tutti combattiamo per qualcosa e quindi non vedo il motivo per cui questa fiaccola non possa essere partecipata da tutti.
Cosi come poi mi ha colpito l'affermazione dei nuovi elementi del gruppo. Tutti quanti in fondo hanno detto di essere rimasti “senza parole”. Li capisco! A certe domande non si può rispondere, si può solo subire l'effetto di quella esperienza che raccontata sicuramente non rende come quando uno la percepisce.
L'anno scorso dal papa alla domanda:”come è andata, sensazioni?” risposi “senza parole”.
Non si può raccontare, i brividi non si possono raccontare, si può sminuire enormemente dicendo che è stata un'esperienza unica, bella, da sogno, indescrivibile, fuori da ogni aspettativa ma questo
certo non racchiude ciò che si è provato. Lo stesso vale per le persone che ci hanno incrociato lungola strada che solamente al nostro passaggio sono scoppiate in lacrime, o vale anche per l'ingresso nello stadio per l'accensione del braciere dove migliaia di persone ci hanno applaudito … anche ora che scrivo , al solo pensiero, ho quasi un leggero blocco.Tutti momenti indimenticabili che porterò dietro con me sempre. Ma poi … arriva la sera, si esce dallo stadio e realizzi che sta terminando un esperienza che vorresti durasse tutto l'anno. Quelle persone con cui hai condiviso tutto, ti stanno salutando, forse alcuni li vedrai tra un anno, altri forse non sai se li rivedrai e allora subentra un po' di tristezza. Perchè in fondo l'unione fa la forza e loro te ne danno tanta.
Altri li rivedrai ma questo non ti consola ed è allora che invito il mio caro amico Tonino, nostro supervisore e Paolo, nostro comandante di regata, a far si che si riesca a antenere questo contatto con tutti quanti per farci rivivere per un po' l'esperienza di questi giorni.
Andrea Negromonti Tini